Coronavirus e angoscia: l’emergenza psicologica

 

Coronavirus e angoscia sono strettamente in relazione perché che stiamo vivendo è un’emergenza oltre che sanitaria ed economica, senza dubbio anche psicologica. Si parla di emergenza psicologica quando sono presenti 4 elementi:

  • la percezione di una minaccia
  • la necessità di prendere decisioni rapidamente
  • la percezione di non avere sufficienti risorse per fronteggiare la minaccia
  • una serie di emozioni molto intense che le persone sperimentano   

Ecco, la situazione in cui ci troviamo presenta tutti e quattro gli elementi.

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La sorpresa e la confusione vissute in una prima fase, determinate anche da una comunicazione mediatica contrastante. Inizialmente la maggior parte delle persone ha sottovalutato la portata del problema.

Dopodiché, abbiamo visto persone continuare a minimizzarlo. Questo succede spesso perché quando una situazione ci spaventa molto, negarla ci dà l’illusione di tenere lontana anche la paura che ci provoca.

Abbiamo visto, al contrario, persone reagire di pancia, assaltando i supermercati, le farmacie e in un certo qual modo hanno contribuito a creare confusione e allarmismo. Perché se in mezzo alla folla le persone iniziano a correre in preda al panico siamo obbligati a correre anche noi per non rimanerne travolti, ma al tempo stesso ne diventiamo complici.

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Adesso la direzione da seguire è molto più chiara e definita. dobbiamo restare a casa per evitare la diffusione del virus. Nonostante questo permangono la paura, l’incertezza, la preoccupazione, perché questa emergenza psicologica ha una specificità: il nemico è invisibile. Non sappiamo come agisce, come evolve, quanto è potente e non possiamo neanche vederlo ad occhio nudo. Non sappiamo quanto tempo ci vorrà per sconfiggerlo e, quando il nemico non è ben individuabile, si fa strada l’angoscia.

L’angoscia è quello stato di apprensione che scatta quando ci sentiamo condannati e privi di armi. Un peso sul petto da sopportare è la condizione dell’angosciato.

Siamo abituati a credere di avere il controllo su tutto. Ci tranquillizziamo nell’illusione della certezza. Quando diventa palese che di illusione si tratta e siamo di fronte ad una situazione incontrollabile tutto quello che possiamo fare è prendere precauzioni e proteggerci. Ma questo non tranquillizza e facciamo molta fatica a gestire le emozioni che proviamo. Coronavirus e angoscia sono strettamente in relazione.

 

Qual è la differenza tra Ansia e Angoscia?

 

Coronavirus e angoscia: 6 suggerimenti.

1. Andare alla ricerca di risposte certe anziché tollerare un certo margine di incertezza.

Quando i dubbi e le domande non hanno una risposta certa e definitiva, come in questo caso, ogni volta in cui si da una ipotetica risposta ad un dubbio, non solo questo dubbio non si scioglie, ma ne parte uno nuovo, a cui segue una nuova risposta ed una nuova domanda ecc….

“E se mi fossi contagiato?”… “Beh, a quel punto andrei in ospedale”. …”E se in ospedale non ci fossero posti a sufficienza?”…

Per mandare in corto circuito questo processo che genera sempre più ansia e confusione non possiamo agire sulle domande. Le domande vengono, non possiamo frenarle. Ma possiamo agire sul tentativo di dare risposte, che poi è il meccanismo problematico.

Ogni qualvolta si insinuerà un dubbio, noi risponderemo con un’unica e secca risposta: vedremo.

Nel corso dei giorni, bloccando le risposte sentiremo le domande e i dubbi placarsi dentro di noi, divenendo tollerabili.

2. Tieniti informato ma evita di andare la ricerca compulsiva di informazioni.

Evita l’informazione compulsiva o di esporti passivamente a notizie tutto il giorno. E’ chiaro che tutto ciò non ti farà sentire più sicuro, al contrario renderà più opprimenti i tuoi pensieri. La differenza la fa il tempo: c’è differenza tra sentire ogni tanto una persona lamentarsi che sentirla ogni giorno tutto il giorno. Informati ma datti dei tempi per farlo: 3 volte al giorno, al mattino, a pranzo e a cena. Il resto del tempo dedicati ad altro. 

3. Evita di parlarne continuamente.

Dedicarsi ad altro non vuol dire passare il tempo restante a parlare del coronavirus. Se tutti i tuoi discorsi ruotano attorno ad un problema è chiaro che tutti i tuoi pensieri, emozioni, comportamenti ne verranno invasi.

coronavirus e angoscia

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4. Scrivi ciò che ti angoscia.

Se nonostante tutto continui a rimuginare e ad essere angosciato, concedi ogni giorno uno spazio a queste preoccupazioni, volontariamente. Una volta al giorno dai libero sfogo ai pensieri, ma fallo per iscritto, carta e penna. Smetti solo quando sentirai di aver portato i pensieri a saturazione.

La scrittura, giorno dopo giorno, permette di creare l’argine che riporta il giusto decorso al fluire delle emozioni. Ti consente di elaborarle e questo aiuta a distaccarsi dai pensieri che, se lasciati solo nella testa, si esasperano. 

5. Mantieni il più possibile la tua routine.

Più un evento cambia le nostre abitudini più ci allarma, dandoci la sensazione che la nostra vita ne sia stata completamente stravolta. Non farti consumare dal tempo, usalo.  Anche in questa situazione hai un margine di controllo: puoi decidere come reagire e come usare il tempo. Continua a seminare anche quando i risultati non si vedono, migliora te stesso.

6. Aiuta gli altri.

Questo è il momento della solidarietà e dell’unione.

Ricerche scientifiche ci dicono che tra i sopravvissuti a situazioni catastrofiche, le persone che hanno saputo reagire meglio sono quelle che, dopo aver messo in salvo se stesse si sono messe al servizio degli altri.

Aiutando gli altri a venirne fuori sviluppi capacità e accedi a risorse che ti rendono più resiliente.

Quindi chiediti: che cosa posso fare io fare per dare il mio contributo in questa situazione?

Adesso è il momento di restare uniti e questa competizione naturale tra l’essere umano e il virus la vinceremo. Prendendo in prestito le parole di William Shakespeare “non c’è notte che non veda il giorno“.

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Coronavirus e angoscia

NB: ricorda di informarti solo da fonti autorevoli come il Ministero della Salute.