Cardiofobia: tutta l’attenzione è concentrata sul cuore.

Chi soffre di cardiofobia vive nel terrore di una morte repentina e fulminante a causa di un infarto, un ictus o patologie simili. Si tratta di una paura irrazionale e incontrollata che va oltre gli accertamenti medici effettuati per escludere problematiche organiche.

Chi soffre di cardiofobia mette in atto una serie di comportamenti per tenere a bada la paura.

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Ascoltare il battito cardiaco.

Nel timore di morire per una disfunzione dell’apparato cardio-circolatorio la persona focalizza ossessivamente l’attenzione sull’ascolto del cuore e del suo ritmo. Tuttavia, come accade con tutte le cose che avvengono spontaneamente, il tentativo di controllare il battito cardiaco ne altera la funzionalità. La persona crea una situazione paradossale: più tenta di rassicurarsi rilevando il battito cardiaco e più dilagano in lui sensazioni di paura, che possono portare fino al panico.

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Consultare medici specialistici.

La cardiofobia spinge la persona a continue corse in Pronto Soccorso o alla richiesta di consulenze cardiologiche specialistiche. I medici cercano di rassicurare il paziente poiché non vi è il motivo clinico per stare
così in ansia, senza però risultato. Le rassicurazioni che dovrebbero derivare dai risultati clinici non hanno però l’effetto di ridurre le preoccupazioni e l’ansia del paziente. cardiofobia

Molto spesso la persona finisce per usare ansiolitici e antidepressivi che però non intaccano minimamente la struttura fobica del pensiero. Anzi, se il paziente ha paura sia del battito accelerato che di quello rallentato, la sedazione farmacologica può aumentare la paura che il cuore possa fermarsi improvvisamente.

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Evitare alcune situazioni.

La persona che soffre di cardiofobia inizia ad evitare tutte quelle situazioni che potrebbero affaticare il proprio cuore. Inizia a ridurre gradualmente l’attività fisica, eviterà di fare le scale o di correre, oppure cercherà di affrontarle, ma attraverso delle precauzioni. Ad esempio facendo pause non appena percepisce un aumento della frequenza cardiaca.

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Parlare della paura.

Tipico nei disturbi fobici è parlare con gli altri dei propri timori. Parlarne continuamente però produce l’effetto opposto a quello che si vorrebbe ottenere: nutre e amplifica la paura. Inoltre se gli altri tentano di rassicurare con spiegazioni logiche e razionali, e di solito succede, i nostri timori aumenteranno. Infatti se vengo continuamente rassicurato su qualcosa, mi convinco sempre più che esiste un pericolo per cui io debba essere rassicurato.

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Cardiofobia e Terapia Breve Strategica.

La Terapia Breve Strategica è un approccio riconosciuto per la sua efficacia in modo particolare nel trattamento di disturbi fobici e ossessivi.  

Dopo aver indagato il funzionamento del problema e individuato le tentate soluzioni fallimentari che lo mantengono in vita, inizieremo subito ad agire per spezzare il circolo vizioso.

Saranno utilizzate particolari manovre terapeutiche che seguono la stessa logica del problema e che sono in grado di aggirare la resistenza al cambiamento del paziente. Portandolo in tempi relativamente brevi da un lato ad interrompere l’ascolto costante e disfunzionale del cuore, dall’altro al cambiamento delle modalità di vivere e percepire i segnali del proprio corpo.

Erica Badalassi – psicologa ad orientamento breve strategico