Conversazione costruttiva. 

Perché conversare oggi è un’abilità importante ma sottovalutata.

Qual è lo scopo di una conversazione?

  1. Mostrare la tua esperienza?
  2. Convincere l’altro della tua opinione?
  3. Un sano scambio di idee?

Una conversazione costruttiva crea fiducia, arricchisce di nuove idee, punti di vista ed emozioni.

Nei tempi moderni però, dominati dalle risposte immediate dei motori di ricerca e dai social, tenere tali conversazioni è sempre più difficile; non abbiamo tempo né pazienza per lasciare che le conversazioni avvengano lentamente. Neanche gli algoritmi più intelligenti o gli assistenti virtuali si avvicinano agli esseri umani quando si tratta di conversazioni profonde e stimolanti. È un’abilità squisitamente umana, importante ma sottovalutata.

Il problema è che abbiamo “disimparato” a tenere una conversazione costruttiva, autentica. L’ educatore Paul Barnwell ha scritto:

saper conversare è l’abilità più trascurata che non riusciamo ad insegnare. I ragazzi trascorrono ore ogni giorno impegnandosi nella matematica, geografia ecc, ma raramente hanno l’opportunità di affinare le loro abilità comunicative interpersonali… C’è qualche abilità del 21 ° secolo più importante di essere in grado di sostenere una conversazione coerente e sicura?

La buona notizia è che è un’abilità che si può imparare. Saper tenere una conversazione costruttiva richiede che vengano seguite scrupolosamente queste sette componenti chiave.

1. ASCOLTO

Le persone spesso equiparano l’ascolto al silenzio. Ma molte persone stanno in silenzio perché:

  • Stanno pensando a come risponderanno quando sarà il loro turno
  • Stanno aspettando che l’altro finisca di parlare in modo che possano tornare a guardare Instagram
  • Sono distratte dai loro pensieri.

Ma non si ascolta per rispondere. Si ascolta per capire.

Ascolta e assicurati di far capire che stai ascoltando, diventando un ascoltatore attivo. L’ascolto efficace ti aiuta a capire come l’altro vede le coseTi aiuta a sentire cosa non viene detto. In una conversazione costruttiva, l’ascolto esige la tua completa presenza con l’altro.

 

 

Tacere e annuire con la testa non basta. L’ FBI quando tratta con i rapitori che tengono in ostaggio le vittime usa una serie di tecniche per mostrare la sua attenzione nella trattativa. Ad esempio il cosiddetto “mirroring“, ovvero ripetere le ultime due-tre parole che la persona ha appena detto sotto forma di domanda. Una persona può dire: “Sono malato e stanco di essere preso in giro,” per cui l’altro può rispondere, “Sei stanco di sentirti essere preso in giro, eh?”

Un’altra tecnica consiste nel parafrasare; ovvero ripetere che cosa l’altro ha appena detto con parole vostre, incrementando nell’altro la sensazione di esser stato compreso. L’idea è quella di ascoltare davvero ciò che l’altro sta dicendo. E’ una specie di un processo di scoperta per entrambe le parti. Prima di tutto, si riesce a scoprire quali sono le effettive priorità dell’altro, e in secondo luogo, lo si aiuta a capire come suonano le parole che ha appena detto.

2. EMPATIA

Alcuni mesi fa, un mio amico ha perso sua madre. Il suo collega gli ha inviato un messaggio che diceva: “Capisco cosa provi, quando tornerai a lavoro, condividerò con te come ho imparato ad affrontare la perdita di mio padre”.

Una risposta empatica, giusto? Non proprio. È la risposta peggiore, forse solo seconda a “non ti preoccupare, passerà”, perché:

  • Non sai come si sente l’altro anche se hai vissuto una situazione simile. Persone diverse sperimentano situazioni simili in modo diverso.
  • Poni l’attenzione su di te.

Questa non è empatia. Così facendo, ti metti su un piedistallo rispetto all’altro. Le persone che condividono qualcosa di profondo con te vogliono sentirsi dire: “Non riesco a immaginare come ci si sente”.  Se ti chiedi se c’è qualcosa che puoi fare per lui, spesso, quel qualcosa è ascoltare senza dare giudizi. La tipica risposta “non devi sentirti così. Non vale la pena sprecare energia per quanto accaduto”, seppur con le migliori intenzioni, è un tipo di comunicazione che giudica. Dice all’altro che sta sbagliando e come sarebbe giusto sentirsi, minimizzandone quindi i sentimenti (il segreto per farsi ben volere dagli altri).

Assumere la prospettiva dell’altro, significa comprenderla e sentirla al punto da ritenerla ragionevole.

3. DAI UN NOME ALLE EMOZIONI

Le emozioni svolgono un ruolo cruciale in ogni conversazione. La maggior parte della gente si sforza di trovare le parole giuste per spiegare al meglio come si sente in quel momento.

Dare un nome alle emozioni significa convalidarle e riconoscerle.

 

 Ad esempio, potresti usare frasi come:

  • Sembra … senti che non ti viene data attenzione.
  • Sembra … ti senti deluso perché può fare di meglio.
  • Sembra … sei preoccupato che il team non riesca a terminare il lavoro nella data prevista.

Notare l’assenza di “Penso” e “Questo è solo il mio punto di vista”. La presenza di “Io” mette l’accento su di te, rischia di far sentire l’altro come se stessi imponendo i tuoi pensieri, facendogli alzare la guardia.

Anche le tue emozioni sono una parte cruciale della conversazione.

Quando qualcuno a cui teniamo condivide con noi qualcosa di doloroso ci fa male e il suo dolore diventa il nostro. Ma questo ci impedisce di continuare ad essere per l’altro un buon ascoltatore.

Le persone cercano anche di bilanciare le emozioni dell’altro con l’estremo opposto: fanno l’avvocato del diavolo se l’altro è molto ottimista, oppure cercano di dare forza se l’altro è molto giù. Ma ancora una volta, atteggiamenti come questi fanno sentire l’altro non compreso e i suoi sentimenti minimizzati. Inoltre, spesso, le persone si comportano in questo modo non tanto per far sentire meglio l’altro, ma per far sentire meglio loro stesse.

4. RIASSUMERE

Riassumere non significa imporre il tuo punto di vista all’altro o ripetere a pappagallo le sue parole. Significa descrivere il mondo nel modo in cui l’altro lo vede.

Un riassunto ben fatto fa sì che l’altro dica “è giusto” invece di “hai ragione”.  Sottile differenza in termini di parole, ma enorme in termini di atteggiamento.  

Pensa all’ultima volta che qualcuno ti ha infastidito: un venditore, un capo, un collega o il partner. Cosa hai detto loro per porre fine alla conversazione? Hai ragione, hai detto “hai ragione”. Il segnale era forte e chiaro: smettila di parlare (7 errori comunicativi da evitare in coppia).

“Hai ragione” significa anche che mentre la persone è d’accordo con le tue opinioni, continuerà a comportarsi come crede e sente.

5. BREVITÀ

Troppe parole non pagano. 

Come ti sentivi quando tua madre ti ripeteva le stesse cose più e più volte? (ancora lo fa, vero?).

Una comunicazione “eccessiva” chiude le conversazioni ancora prima che inizino.

Meno parole creano un impatto più profondo. Fa si che l’altro assorba le tue parole e ci pensi sopra.

Il silenzio è una parte importante della brevità. A volte, significa che l’altro sta pensando. Altre che è a disagio. Altre ancora che vuole che tu continui a parlare, ecc. 

Ascolta questo silenzio e il suo significato sottostante. Quindi adattati.

6. COSTRUIRE UN TERRENO COMUNE

Le crepe in una conversazione si creano per due motivi. Uno, quando uno dei due è molto esperto sul tema in questione e divaga in un monologo incomprensibile all’altro. Due, quando si sottovaluta la capacità dell’altro di capire.

conversazione costruttiva

Una conversazione costruttiva si svolge su un terreno comune, dove chi parla usa analogie rilevanti per chi ascolta per spiegare come funzionano le cose da una prospettiva più ampia.

7. GENUINITÀ

In una conversazione costruttiva nessuna delle due parti ha un secondo fine o maschera ciò che vuole come offerta per l’altro: sentiamo un’ipocrita da un miglio di distanza.

Le persone si fidano delle persone le cui emozioni sono autentiche, le cui azioni sono in sincronia con le loro parole.

La genuinità arriva quando ti interessi davvero dell’altro e vuoi che ciò che emerge dalla conversazione sia a beneficio di entrambi. È ciò che rende possibile praticare i suddetti punti.

Riassumendo

Una conversazione costruttiva è quella in cui entrambi si divertono e si sentono a proprio agio. 

Conversazioni del genere creano relazioni più profonde. Nell’era eternamente connessa ma solitaria, le relazioni significative sono qualcosa di cui abbiamo fortemente bisogno. Illumina la giornata dell’altro ed ascoltalo quando nessuno lo fa. Crea quella connessione che gli altri non sono in grado di creare e avrai padroneggiato sia la conversazione che costruito una rapida relazione.

Quindi, non cercare di impressionare le persone o “vincere” nella conversazione a tutti i costi. 

E’ davvero tutto più semplice. Basta saper ascoltare e mettere le persone a proprio agio per farle sentire bene.

 

Erica Badalassi – Psicologa ad orientamento breve strategico

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Fonte:

Vishal Kataria, 2018, Medium, “The 7 Components of a Constructive Conversation

Robin K. Dreeke, 2011, “It’s Not All About “Me”